Recensioni

Dicono de Il figlio del mare

“Un viaggio alla riscoperta di un sé perduto, sulle tracce di una vita abbracciata dal mare che torna indietro come il riavvolgersi di una pellicola quando «la Marea ha deciso che bisogna tornare là dove tutto è cominciato». Un’opera con la dolcezza proustiana, nel rievocare malinconico d’un tempo perduto, e al contempo la crudezza verghiana, nella descrizione di una ‘terra dei vinti’ fondata sull’ideale dell’ostrica”.

Ginevra ALIBRIO

Bottegascriptamanent (Ottobre 2023)


“La scrittura conquista. Procede sinuosa, vitale e avvolgente tra i meandri della mente. Trasmette il suo messaggio con una ricercatezza lessicale e una finezza di pensiero che lascia estasiati. Bianca, Jo, Fiorella, Palmiro. Personaggi che toccano le profondità dell’animo umano e invitano a riflettere sul significato dell’esistenza, sulla potenza dell’amore, degli affetti e sull’ineluttabilità del destino. Un destino che unisce e allontana, che riconduce sempre al punto di partenza, che è vita e morte, nel suo ciclo eterno”.

Antonella COVELLI

Amantideilibri (Marzo 2023)


 

“Il romanzo fa spazio alla vita da cui prende le mosse per rientrare nella magia del pensato, del costruito, dell’immaginato, del dipinto. La scrittura di Eliana Iorfida spazia tra la poesia e la pittura, tra il reale e l’irreale, tra la dimensione presente e quella vagheggiata del sogno, tra il terreno e il divino”.

Daniela RABIA

Mediterraneo e dintorni (Gennaio 2022)

 


“È un romanzo che ci parla del ritorno alle origini, quel bisogno di ritrovare se stessi tanto più forte e irrinunciabile quanto più la lontananza dalla terra natia è stato forzato e subito. È un romanzo che parla della fragilità di chi non si piega alle convenzioni”.

Beatrice TAURO

Nuovepagine (Luglio 2021)


“Un racconto che è un impasto di mito e modernità, di cultura classica e tradizioni antiche, tenuti insieme da un’orditura narrativa che ha l’intensità e l’impostazione della tragedia greca”.

Emanuela GIOIA

“Il nóstos e la tragedia greca ne Il figlio del mare di Eliana IORFIDA”

Di Libri e Altro (Giugno 2021)


“Se c’è un mare che, da sempre, s’intreccia con il mito e si è fatto parola scritta quello è proprio il mar Ionio: mare di leggende, di storie e di segreti che finiscono per somigliare alle onde che, una dietro l’altra, sono sempre pronte a rimodellare il litorale e a riscrivere il futuro. Eliana Iorfida si riconferma una delle più interessanti penne calabresi contemporanee e sono certa farà lunga strada.”

Chiara RUGGIERO

“Un romanzo nato nel nome del mare”

Librofilia (Giugno 2020)


Il figlio del mare ha la capacità di costruire una storia che sa di tragedia greca e che riesce a dissolversi nella delicatezza del mito”.

Enrica RIERA

“La Calabria raccontata da chi ha scelto di restare”

Gazzetta del Sud (Giugno 2020)



“Eliana Iorfida sa entrare, con la meticolosità del miniatore, nelle ambiguità della sua Calabria, nelle sue pieghe più profonde, ma senza giudicare e senza menzionare i luoghi, scelta che fa assumere al romanzo un carattere universale. […] La struttura è quella che ripercorre per filo e per segno la tragedia greca, ma l’approccio è visibilmente filmico”.

Bruno GRECO

Il figlio del mare, l’omaggio di Eliana Iorfida alla sua Calabria”

Il Vizzarro (Maggio 2020)


“Ricca e segnata da una ispirata naturalezza, la scrittura di Eliana Iorfida si muove agile, avanti e indietro nel tempo, cruda in taluni passaggi e lungi da facili romanticherie. Il figlio del mare è una storia che richiama alle immagini e ai profumi dei grandi scrittori meridionali e alla collina e la vita semplice e ferina narrate da Pavese, ma è anche un romanzo venato da tinte oscure che tengono gli occhi del lettore incollati al libro, pagina dopo pagina, episodio dopo episodio”.

Antonio PAGLIUSO

“Una storia di silenzi e finali già scritti”

Leggere Libri (Maggio 2020)


 

Dicono di Antar

“L’autrice ancora una volta ci consegna il ritratto di una Siria del prima e del dopo del conflitto, segnando quell’inevitabile spartiacque nella vita dei protagonisti del romanzo e di tutti i siriani reali, in carne e ossa che ancora oggi anelano di tornare nella loro patria libera da bombe e violenza”.

Beatrice TAURO

Arapress (Luglio 2020)



“Le storie si intrecciano in una trama fittissima e densa che intrappola il lettore incapace di chiudere il testo fino al finale […]. Antar è una narrazione d’incontri, scontri, perdite, ritrovamenti, andate e ritorni che si snoda tra un passato che a un certo punto bisogna lasciar andare, un presente che va vissuto e un futuro da immaginare e costruire […]. I libri ci scelgono da lettori per regalarci un messaggio. Antar ci ha scelti per parlarci dell’unione e del desiderio di non sentirsi stranieri in terra d’altri”.

Daniela RABIA 

Storie di Calabria (N. 8, Gennaio/Marzo 2020)

 

 


 

“Due mondi che si intrecciano e che coesistono pacificamente a dispetto di quello che spesso si pensa. Due mondi solo apparentemente lontani che vivono in Antar, il giovane protagonista che porterà con sé il lettore durante tutto il suo percorso di ricerca interiore, un pellegrinaggio da Occidente ad Oriente”.

Mariateresa RIPOLO

Antar: l’incontro di due culture nell’ultimo romanzo di Eliana Iorfida”

L’Odore del Caffè (Maggio 2019)

 


 

“Eliana Iorfida, con una scrittura elegante e raffinata, con questo suo Antar ci prende per mano e ci conduce direttamente nella Siria che lei, attraverso i suoi studi e il suo lavoro, ha conosciuto bene e verso la quale traspare un affetto profondo, sincero e indissolubile che dimostra come solo vivendo in una città da straniero è possibile ottenere gli strumenti giusti per comprenderla, capirne i fallimenti ma soprattutto per continuare ad amarla e rispettarla”.

Chiara RUGGIERO

Antar di Eliana Iorfida: raccontare la Siria attraverso gli occhi di un ragazzo”

Librofilia (Aprile 2019)

 



“Il senso di una narrazione speziata e deliziosa che ti abbraccia da subito sta tutto qui. Ovvero in una naturale capacità – in cui l’autrice si prodiga senza sforzi ma con chiarezza di contesto e di pretesto – di cucire, tendere, avvicinare, allentare e poi suggellare definitivamente due mondi apparentemente diversi che, invece, appartengono prepotentemente alla stessa etnia mediterranea”.

 

 

Felice FORESTA

Mediterraneo e dintorni (Settembre 2018)

 


 

Dicono de La scatola dei ricordi

“Non più la storia tribolata della Siria – scenario che ha forgiato in Eliana Iorfida quella predisposizione dell’anima alla scrittura – ma la sua Calabria che si disvela attraverso il racconto (cuntu). Racconti che ad orecchie poco avvezze ad ascoltare le storie della tradizione orale potrebbero sembrare frutto di pura invenzione «tanto incredibili da sembrare inventati, quanto densi di ricordi e sentimenti da riconoscerne la pura realtà”.

Così dalla maturità raggiunta lavorando in terre lontane, Eliana Iorfida ritorna alla leggerezza di quando era bambina, a Serra San Bruno, magari seduta sugli scalini dei nonni ad ascoltare storie nei pressi del rione “Zaccanu”, dove ancora oggi trasuda la poesia di Mastro Bruno Pelaggi”.  

Bruno GRECO

Il Vizzarro (Novembre 2018)

 


Dicono di Sette paia di scarpe

 

“In questo doppio scenario l’autrice riesce a regalarci la descrizione di una Siria sospesa fra le tradizioni familiari e la solennità della storia, fra il rispetto delle regole religiose e la magia delle credenze popolari. Una Siria ancora intatta e non frantumata da una folle guerra. Una Siria che ancora si mostrava al mondo con tutta la sua maestosità, con le sue ricchezze artistiche e la sua storia”.

Beatrice TAURO

Arabpress (Giugno 2020)


Sette paia di scarpe recensito da Lucilla ALCAMISI su

TGR Mediterraneo, Rai 3

Dal minuto 20,45 (Marzo 2015)


“Un’esperienza lontana nel tempo e nello spazio, in un paesaggio carico di sfumature, di voci di popoli e di storie familiari appena sussurrate, alla ricerca dell’identità femminile in bilico tra dovere e scelta”.

“Nel Kurdistan siriano, un sogno d’amore spezzato”

Gabriella RICCIARDI

Leggere tutti (Luglio-Agosto 2014, n. 88)


“Le tradizioni popolari guidano una donna alla scoperta del nuovo: da Rai Eri, l’opera di Eliana Iorfida finalista al Premio “La Giara”.

“La straordinaria favola del Re Serpente ha il volto dell’amore e del sacrificio”

Pamela QUINTIERI

DireFareScrivere. Mensile di cultura e scrittura

(Luglio 2014, n. 103)


“Per andare lontano servono Sette paia di scarpe”

Valeria SICLARI

Le mie letture (Marzo 2016)



“Sette paia di scarpe è un lavoro affascinante, che avvince e tiene desta l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine, nell’ansia di conoscere ciò che accadrà dopo, quando passerai l’indice a sfogliare la pagina successiva. E frattanto ti attardi a gustare le piacevoli sensazioni suscitate dalla pagina che hai davanti, o torni addirittura indietro, a rituffarti nel caleidoscopio d’immagini che l’autrice ha fatto  scorrere, attualizzate, davanti a te. Sette paia di scarpe è un romanzo da leggere sino all’ultimo rigo, fin nella postfazione e persino nei ringraziamenti, perché ogni frase, ogni parola e ogni sillaba contribuisce a definire il quadro un po’ fantastico e un po’ reale che Eliana dipinge, con  la magia che è propria del tocco femminile; dove luoghi, personaggi, situazioni, emozioni, sensazioni, scorrono con la nitidezza di un film a tre dimensioni e ad alta definizione”
.

“La magia di Sette paia di scarpe”

Luigi LEPORINI

Cetraro in Rete (Giugno 2014)


Spazio e tempo fanno quindi da cornice ad una storia che vive del rapporto dialettico fra modernità e arcaicità“.

Raffaele TADDEO su el-Ghibli

El-Ghibli, Rivista di Letteratura della Migrazione (Maggio 2014)



“Il viaggio dei tre ragazzini in Siria diventa, soprattutto per Aidha, un viaggio alla ricerca delle radici materne e alla scoperta del proprio sé. Storia e mito, tempo rettilineo e tempo circolare, convivono e si intrecciano nel romanzo, che, non a caso, comincia a Beirut e a Beirut circolarmente finisce, si apre con un aereo in fase di decollo e si conclude con un aereo in fase di atterraggio, si sviluppa nel percorso ciclico di un viaggio alla fine del quale, però, la protagonista si trova trasformata da ciò che ha scoperto sulla propria madre. Il viaggio alla ricerca dell’altro si rivela come un viaggio anche alla ricerca di sé e dell’altrove, incarnato dal remoto villaggio siriano di Umm Ar-rabiah, che, teatro della vicenda, appare più prossimo e vicino di quanto si sarebbe potuto immaginare”.

“Sette paia di scarpe di Eliana Iorfida: una fiaba di dolore e di separazione”

Tonino CERAVOLO

Il Quotidiano della Calabria (Aprile 2014) 



“Un successo pienamente meritato ad un’autrice delicata e raffinata, per un romanzo sulla guerra libanese del 2006: Sette paia di scarpe. È il nostro cuore che fa movimenti tortuosi, strani, imprevedibili, che nutre le nostre azioni e muove tutto. Elegante ed equilibrato lo stile letterario si posa su ogni cosa descrivendola, animandola, cambiandola e, alla fine, donando vita nuova a tutto. E una spirale di sensazioni avvolge i sensi e la mente”.

Pamela QUINTIERI

“La Giara d’Argento a Eliana Iorfida. Premio Nazionale Rai per i talenti letterari” 

Bottegascriptamanent (Luglio 2013, n.71)

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